Cultivar
Cultivar in Italia…
Oggi esistono più di 700 diverse tipologie di cultivar nel solo territorio nazionale ed esse costituiscono più del 90% della totalità delle cultivar conosciute al mondo il che dimostra che l’Italia il leader in termini di qualità e di diversificazione del prodotto. In altri termini siamo in possesso di una ricchezza incomparabile che ci permetter, così come avvenuto per il vino, di comprare non un olio extravergine d’oliva qualsiasi ma un olio extravergine d’oliva prodotto da un tipo di cultivar anziché da un altro. N.B.: il 65% della produzione vivaistica italiana coperto da sei varietà: leccino, frantoio, coratina, carolea, frangivento, nocellara del Belice.
Nord Italia
Caratteristica della Liguria l’oliva Taggiasca , pianta molto grande e di facile adattabilità, dalla resa in olio elevata; L’olio dolce, di colore giallo. Nelle zone più settentrionali, precisamente quelle dei laghi lombardi, del Veneto e del Trentino , troviamo invece la Casaliva , dall’elevata produttività e dal sapore fruttato armonico, leggero, profumato, di colore giallo con riflessi arancio.
Centro Italia
Esistono 3 tipi di cultivar che sono presenti in quasi tutte le regioni, dalla Toscana all’Abruzzo: il Frantoio , il Moraiolo , il Leccino. Sono piante dalla produttività costante nel tempo, presenti soprattutto in zone collinari ma che si adattano facilmente ai diversi ambienti: il Moraiolo e il Frantoio hanno una resa in olio media e producono un olio dal riconoscibile sapore fruttato, mentre il Leccino ha un minore contenuto in olio ed un sapore meno fruttato rispetto agli altri. Oltre a queste 3 varietà, ne esistono altre che sono invece regionali, come la Dolce Agogia in Umbria, anch’essa adattabile a diversi ambienti e dalla produttività e resa in olio medie, ed il Canino e la Carboncella nel Lazio, la seconda dalla elevata produttività (diversamente dalla prima) e dal sapore fruttato, delicato, molto aromatico.
Sud Italia
Esistono cultivar tipiche di ogni regione, favorite dal clima temperato e senza forti sbalzi di temperatura. In Puglia molto diffusa l Ogliarola , Garganica o Salentina a seconda della zona, caratterizzata da un’elevata resistenza al freddo e da una produttività e resa in olio medie; produce un ottimo olio, dal sapore fruttato intenso. Sempre in Puglia, la Coratina un altro cultivar molto diffuso, che produce un olio dal sapore fruttato intenso, amaro piccante; la produttività elevata e la resa in olio, molto ricco in polifenoli, sopra la media. Muovendo verso la Calabria , troviamo la Carolea , varietà molto resistente e di facile adattamento anche ad altitudini vicine ai 1000 metri; la produttività buona, così come la resa in olio, dal sapore fruttato medio; la produzione viene utilizzata anche per la preparazione delle olive da tavola. In Sicilia incontriamo il Biancolilla , dalla produttività altalenante e dalla bassa resa in olio, caratterizzato dal colore chiaro; altro cultivar locale la Nocellara del Belice , pianta dai frutti molto grossi e dalla costante ed elevata produttività: ha duplice attitudine, infatti può essere usata anche per ottenere olive in salamoia. Caratteristica peculiare degli oli siciliani quella di avere un flavour che ricorda il pomodoro fresco. Restiamo su un’Isola, stavolta la Sardegna , dove troviamo la Bosana , cultivar molto adattabile e dall’elevata resa in olio, utilizzato anche per la produzione di olive nere da mensa, e la Pizza carogna , molto meno adattabile e dalla produttività alterna, con una bassa resa in olio.
Produzione olio in Italia
La produzione di olio di oliva è prerogativa del sud Italia. Le cifre parlano chiaro, mediamente ogni anno in Italia vengono prodotti circa 6 – 7 milioni di quintali. La Puglia, Calabria e la Sicilia hanno un’incidenza nella produzione nazionale di oltre l’85% di tutto l’olio di oliva prodotto nel nostro paese. La rimanente produzione che ha una certa rilevanza se la dividono Toscana, Liguria, Umbria e Abruzzo. Si sottolinea che per chi è in cerca di un olio di qualità, esso viene garantito dalla certificazione DOP (Denominazione di Origine Protetta) e IGP (Indicazione Geografica Tipica) sparse nelle diverse aree di produzione su tutte le regioni Italiane.